“L’intervento di Chirurgia Ortognatica” intervista al Prof. Piero Cascone
In cosa consiste un intervento di chirurgia ortognatica? Quali sono i rischi? Come collaborano chirurgo e dentista? Risponde a queste e ad altre domande il Prof. Piero Cascone, professore associato di chirurgia maxillo-facciale dell’Università degli studi di Roma Sapienza.
In cosa consiste un intervento di chirurgia ortognatica?
L’intervento di chirurgia ortognatica consiste nel riposizionare le basi scheletriche secondo un corretto rapporto morfo-funzionale. Si effettua in anestesia generale presso una struttura clinica idonea con una equipe chirurgica specialistica.
Quanto dura un trattamento di chirurgia ortognatica?
Un trattamento di chirurgia ortognatica in linea di massima non dovrebbe mai durare più di un anno ad eccezione di pochi e gravissimi casi.
A che età è consigliabile un intervento di chirurgia ortognatica? Ci si può operare da bambini?
C’è una gran discussione in letteratura su questo argomento. Personalmente ritengo che l’intervento possa essere eseguito già a 13/14 anni nei maschi e intorno ai 6 mesi dopo il menarca nelle femmine. Ovviamente si deve valutare caso per caso poiché, per poter operare un paziente che ha ancora un residuo di crescita, bisogna essere sicuri che la malformazione si sviluppi in modo simmetrico, altrimenti conviene aspettare il vero termine di crescita che è un po’ più in là negli anni.
Bisogna aggiungere che in caso di gravi malocclusioni dentali può essere necessario anche operare precocemente. Dopo i 7 anni è già possibile intervenire chirurgicamente.
Come viene programmato l’intervento tramite le nuove tecnologie?
Al giorno d’oggi gli interventi vengono sempre programmati con modelli informatici tridimensionali che si elaborano sulla base dell’esame TC (tomografia computerizzata, ndr). La tomografia viene elaborata con dei software che la rendono tridimensionale e da questa si fa una diagnosi corretta comparando questi esami con quelli clinici. In seguito, viene stabilito il piano terapeutico in collaborazione con l’odontoiatra e si elabora un piano visivo 3D del riposizionamento scheletrico e dei tessuti molli che si andrà ad effettuare.
Quanto dura l’intervento?
Questa domanda mi viene fatta sempre da tutti i pazienti ed io rispondo sempre scherzosamente: “È un problema del medico, tanto lei dorme!”. In realtà l’intervento può durare da un’ora e mezza a 2 ore e mezza.
L’intervento è molto doloroso?
No. Non è doloroso poiché eseguito in anestesia generale.
Quali sono i costi di un intervento di chirurgia ortognatica?
È molto difficile rispondere a questa domanda, perché dipende dalla gravità del caso e dal tipo di terapia che si deve affrontare.
In generale il costo di un intervento di chirurgia ortognatica va suddiviso in varie voci: la clinica dove viene eseguito l’intervento, l’anestesista, l’equipe operatoria, i mezzi di sintesi che vengono utilizzati, gli strumenti di alta tecnologia come l’endoscopio o il trapano piezoelettrico e le placche preforate custom-made. I costi inoltre variano moltissimo in relazione alla qualità e all’importanza del chirurgo e dell’equipe che lo effettua. Ovviamente a tutto questo va aggiunto il costo dell’odontoiatra.
Rimarranno cicatrici dopo l’intervento?
No. L’intervento viene effettuato completamente dall’interno della bocca.
Quanto dura il ricovero? E quando si può tornare a mangiare normalmente?
Usualmente il ricovero è di uno o due giorni e la ripresa funzionale per un’alimentazione corretta è di 10- 15 giorni.
Quali sono le possibili conseguenze negative di un intervento di chirurgia ortognatica?
Sono state descritte in letteratura tutte le conseguenze possibili e immaginabili. La cosa importante quando si affronta un intervento del genere è parlare attentamente con il chirurgo per capire quali sono le complicanze maggiori e che indice di complicanza ha avuto lui nella sua esperienza. Tutto dipende dall’indice di complicanza dell’equipe a cui ci si affida.
In che modo collaborano l’odontoiatra e il chirurgo maxillo-facciale?
L’odontoiatra e il chirurgo maxillo-facciale formano un unico team e la loro collaborazione deve essere strettissima, infatti collaborano in tutti i campi della chirurgia maxillo-facciale e dell’odontoiatria.
Quando il chirurgo affronta l’apparato stomatognatico – ovvero le malocclusioni dentali le problematiche dell’articolazione temporo-mandibolare, le cervico-brachialgie e tutte quelle patologie caratteristiche dell’apparato – non può dimenticare denti e parodonto e qui interviene l’odontoiatra, che a sua volta quando si occupa di denti e parodonto deve tenere in considerazione le altre strutture che compongono l’apparato stomatognatico, che in alcuni casi possono essere curate solo chirurgicamente.
La responsabilità degli atti terapeutici è sempre duplice, quindi è buona norma che il chirurgo maxillo-facciale e il dentista appartengano allo stesso gruppo, soprattutto in virtù dei cambiamenti ai quali abbiamo assistito ultimamente, che affronterò nel prossimo Master sulla Chirurgia Ortognatica.
Può darci qualche informazione in più sul Master di Chirurgia Ortognatica?
La chirurgia ortognatica è cambiata radicalmente negli ultimi 4-5 anni. Sono cambiate le metodiche diagnostiche e terapeutiche e sono migliorati i sistemi di classificazione delle patologie. In sintesi, c’è stata una piccola rivoluzione che un chirurgo maxillo-facciale, un ortodontista o un odontoiatra deve assolutamente conoscere.
Allo studio di queste importanti innovazioni è dedicato il Master Interdisciplinare di II livello “Chirurgia Ortognatica. Attualità diagnostiche e terapeutiche. Dalla teoria alla pratica”, suddiviso in 8 incontri di 2 giorni a partire dal 22 febbraio 2019, durante i quali si studieranno la classificazione, le metodologie diagnostiche, gli interventi terapeutici sia ortodontici che chirurgici. Uno degli obiettivi del Master è quello di far incontrare chirurghi e ortodontisti per fargli parlare la stessa lingua, poiché in chirurgia ortognatica non esiste la responsabilità dell’uno senza quella dell’altro.
Il Master dà diritto a 60 crediti formativi e la domanda di ammissione deve pervenire entro e non oltre il 15 Gennaio 2019. (clicca qui per maggiori informazioni